VIOLONCELLIADE
mar 20 feb
|Napoli
Atteso ritorno del M° Luca Signorini, che insieme ai violoncellisti del Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli, presenterà il nuovo programma di “Violoncelliade”, presente nel primo disco in uscita a breve di questa particolare formazione.
Orario & Sede
20 feb 2024, 20:30 – 22:00
Napoli, Via Molosiglio 1, 80133 Napoli NA, Italia
Info sull'evento
Quattro brani in programma – Il Concerto in si minore di Antonio Vivaldi RV 424 per violoncello e archi, Il Cigno di Camille Saint-Saëns (tredicesima sequenza de Le carnaval des animaux, Grande fantaisie zoologique), l’ Inno dei Cherubini (sesto brano della Liturgia di San Giovanni Crisostomo, op. 41) di Pëtr Il’ič Čajkovskij e la celebre canzone napoletana ‘O surdato ‘nnammurato, di Aniello Califano e Enrico Cannio, sono adattamenti per ensemble di violoncelli a 8 parti.
I restanti brani in programma sono libere rielaborazioni di celebri standard jazzistici (Black Orpheus, Doxy) e brani scritti appositamente per l’ensemble Violoncelliade.
La libera rielaborazione prevede la presenza del tema a cui il brano si ispira, ma i cui sviluppi e le cui introduzioni viaggiano sul binario della fantasia, svincolandosi dall’originale per dar vita a temi e idee diverse, pur mantenendo, dell’originale, il clima emotivo.
Questa libertà è maggiormente presente nel brano The black crying Eurydice e in misura minore in Doxy.
Flat Street, Children’s Old Telegraph e Few Pages (quest’ultimo che inizia con un’ampia citazione del madrigale Je l’ayme bien, di Orlando Di Lasso) vivono per così dire di luce propria.
Volendo scrivere un brano con un ritmo irregolare, ho costruito in Children’s Old Telegraph un ritmo ostinato di tre brevi e tre lunghe che mi ha fatto pensare ad un telegrafo col quale giocano dei bambini e, dato che il genere artistico Western, ambientato nel XIX secolo, mostrava spesso le comunicazioni gestite attraverso lo strumento del telegrafo, ho sviluppato (non saprei dire quanto intenzionalmente) intorno all’ostinato iniziale e finale una sorta di guerra tra indiani e cowboy, un tempo tanto spesso imitata nei giochi infantili e poi caduta in disuso per la corretta rivalutazione dei dei nativi americani oggetto di genocidio durante la colonizzazione del continente. Tuttavia il gioco ‘indiani e cowboy’ fa parte, in modo del tutto innocente, dei ricordi d’infanzia di molti di noi e, fermo restando che in un brano musicale si possa leggere ciò che liberamente si ritenga di leggere, la mia ispirazione ex post è proprio quella di bimbi vestiti da cowboy e da capi indiani.
Il brano Few Pages, che inizia con un mesto madrigale amoroso di Orlando di Lasso, scivola poi in un’atmosfera jazzistica, secondo il principio del crossover ossia della coesistenza, in uno stesso brano, di diversissimi stili che si susseguono e/o intrecciano tra loro.
Flat Street è un lungo canto su un’atmosfera immobile, come la visione d’un viandante che percorra una lunga strada pianeggiante.
Tendo a creare per Violoncelliade composizioni originali o che possano ispirarsi ad altri brani, evitando programmi di semplici trascrizioni.
Sono anzi contrario all’abuso della pratica della trascrizione perché ritengo che un ensemble basato su un solo strumento moltiplicantesi più volte debba vivere di composizioni ad hoc che ne rendano il più possibile vario il timbro, l’emissione, insomma che ne sviscerino le possibilità.
La forza di Violoncelliade risiede nell’entusiasmo dei componenti l’ensemble, tutti giovani studenti del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli, e nel sostegno che l’ensemble riceve dall’Istituzione, senza il quale non mi sarebbe stato possibile portare avanti questo affascinante progetto.
Violoncelliade ha riscosso l’interesse della casa discografica Alfa Music e in primavera uscirà il primo album in formato CD dell’ensemble.
Luca Signorini